Monte Porzio
Storia
Nel territorio di Monte Porzio sono numerose le tracce lasciate da popolazioni antiche, già dall'età della pietra, o del periodo romano, come testimonia un vaso risalente alla prima metà del V sec a.C. (principale esemplare a figure rosse del Museo di Ancona), oltre ad un'ascia di bronzo, un sepolcro, diversi vasi e anfore. E’ solo con i Galli Senoni che Monte Porzio entra nella storia.
Molte sono le probabili etimologie del nome. La più probabile ed antica è quella che lo vede derivare da "Montal porco" (monte per l'allevamento dei porci), termine poi abbandonato dopo lo sviluppo del centro storico.
Fino ai primi del Cinquecento non si può parlare di un vero e proprio centro abitato, ma soltanto di una "pieve", cioè di una popolazione sparsa nel territorio.
Sembra che i primi possessori del castrum Montis Podii sono stati gli abati di San Lorenzo in Campo, per poi cederlo in feudo al conte Guido di Miralbello, luogotenente di Carlo Malatesta. Dopo la sua morte, nel 1431, Monte Porzio passa sotto la reggenza dei Conti di Montevecchio (famiglia con cui ha in comune anche lo stemma) e viene inserito nel Vicariato di Mondavio, di cui segue le vicende sino al 1520, con i domini dei Piccolomini, dei Della Rovere e di Lorenzo De' Medici.
Con la restituzione del Vicariato da papa Leone X a Fano, Monte Porzio vi rimane legato fino all'annessione al Regno d'Italia, ad eccezione di un periodo in cui entra a far parte del territorio di Senigallia.
L'altro polo del Comune di Monte Porzio è Castelvecchio, il cui nome deriva dalla sua vecchia Rocca o Castello, più volte nei secoli restaurata e trasformata. Castelvecchio nel corso dei secoli appartiene sia a Mondolfo che a Monte Porzio. In seguito alla ribellione autonomista del 1827 diviene Comune indipendente e così rimane fino all'unità d'Italia, quando passa definitivamente sotto il Comune di Monte Porzio.