Fratte Rosa, il balcone sugli Appennini

30/gen/2020
Giovanna Baldelli

Un borgo è per definizione un centro abitato di piccole dimensioni con una storia secolare alle spalle.

Fratte Rosa, un paese arroccato sulle colline dell’entroterra pesarese, nelle Marche, esprime perfettamente ciò, grazie alla storia che è ancora in grado di raccontare e al suo patrimonio culturale, storico e paesaggistico da preservare.
Le mura fortificate dell’antico castello, racchiudono la sua conformazione tondeggiante e al di là lo sguardo si perde in un paesaggio piacevolmente dolce fino ai monti, dai contorni ed i colori indefiniti, a seconda delle stagioni.

Nelle giornate particolarmente limpide, il tramonto è rappresentato da uno scenario spettacolare e molto suggestivo, godibile dalla postazione più alta delle mura, il luogo denominato col suo antico termine: “la truginella”.

 

Il tramonto dal balcone di Fratte Rosa

Il tramonto dal balcone di Fratte Rosa

 

La terracotta e le case-bottega

E proprio girovagando attraverso le strette viuzze lastricate di porfido è possibile immaginare e ripercorrere la storia di Fratte Rosa, le cui origini risalgono probabilmente al tardo medio evo, come centro importante della comunità dei monaci ravennati, come presidio di antiche e nobili famiglie, come territorio conteso per la sua posizione strategica e come “fabbrica” di utensili in terracotta, grazie alla ricchezza di argilla del suo territorio.

Il paese dei “vasai”, “cocciari” o “pignattari” come popolarmente denominati, sin dai tempi delle sue origini si è espresso tramite la produzione di utensili in terracotta indispensabili in cucina e questa attività ha rappresentato una fonte di reddito importante per la popolazione locale.
Si stima che nel periodo 1920-1940 le fornaci della terracotta operanti nel territorio frattese fossero poco più di una decina, rappresentate dalle famiglie Fabiani, dal 1730, Bartoli, la cui attività risale alla metà del 1800 e così via le altre botteghe dei Casagrande, Mattioli, Borri, Camilloni, Guerra, nomi che appartengono ormai alla storia ed alla tradizione frattese.
Le terrecotte, molto apprezzate e richieste, venivano esposte e commercializzate nei popolari e frequentatissimi mercati e fiere del territorio.

E, ancora, le antiche viuzze, piazzette e chiese frattesi continuano ad evocare e raccontare i tempi di una volta, di quando la zona storica rappresentava il centro vitale e produttivo con le antiche case-bottega impiegate in innumerevoli attività, operose e vivaci, in cui l’intera famiglia si prodigava.

“……… Lasciati i pignattari e facendo attenzione a schivare le tavole appoggiate ai muri delle case lungo la strada, dove erano state poste ad asciugare le “pigne” arrivati al Borgo si saliva “su per la piazza” con destinazione la bottega di Gemino” che occupava i calzolai con la produzione di scarpe”.

“…….. Dopo Cesarini a volte capitava di fare una visita a un’altra bottega di calzolai. Attraversata piazza Matteotti e via Isonzo, subito dopo la viuzza che porta verso casa Poeta, c’era l’ingresso della bottega, dove al primo piano si trovava il laboratorio artigianale di Renato Fabiani”.

“……. Più di frequente, invece, la tappa successiva prevedeva la visita a Mario del Mulinar”…….

ovvero il gestore del vecchio Mulino che era situato a ridosso delle mura paesane la cui costruzione risaliva al 1912-1913 con l’arrivo a Fratte Rosa della corrente elettrica e che oggi non esiste più.

L’operatività del Paese si esprimeva anche con le attività dei birocciai, barbieri, fabbri, falegnami, fornai, sarti, trebbiatori, tessitori, grazie ai quali la produzione locale era in grado di soddisfare la richiesta ed il fabbisogno della sua popolazione ed anche oltre.

 

Antica bottega

Antica bottega

 

La migrazione

In tempi più recenti risalenti all’inizio del 1900, fino agli anni dopo la seconda guerra, Fratte Rosa ha vissuto l’esodo importante della sua gente verso paesi lontani in cerca di lavoro. I frattesi seguirono nuove destinazioni in America in Francia, in Belgio e in Germania sperando in miglior fortuna, senza dimenticare coloro che, pur rimanendo in Italia, si trasferirono nelle grandi città.

Ma lasciare il proprio paese di origine, provvisoriamente o per sempre significa non dimenticarlo mai più, perchè la lontananza, la nostalgia e la mancanza, rafforzano il legame verso il luogo natio, dove è piacevole tornare, anche se solo per brevi periodi.

 

Il paese oggi

Il borgo è ciò che fu un tempo quindi, poichè il legame col passato è indissolubile e la sua innata e secolare operosità permane tutt’ora forte e permette di rivolgere uno sguardo anche al suo futuro, pur nel rispetto delle proprie tradizioni.

L’attenzione è rivolta al territorio, alle produzioni enogastronomiche ed artigianali, eccellenze delle Marche e non solo ed anche ad iniziative imprenditoriali giovanili che in tempi recenti hanno consentito di riaffermare un luogo vivace ed ospitale; un posto al quale non si vuole più rinunciare.
Un paese piccolo “ma dal cuore che batte forte”, questa la definizione che meglio si addice a questo luogo per la sua capacità di sorprendere, sempre, il visitatore.

 

Centro storico di Fratte Rosa

Centro storico di Fratte Rosa

 

Citazioni tratte da: “Le rose delle Fratte” di Olinto Petrucci, 1997
Foto: Fratte Rosa vista da viandanti e visitatori
Sito web: www.comune.fratte-rosa.pu.it
Pagina Facebook: Comune Fratte Rosa