La mietitura del grano era sicuramente l’evento più atteso e impegnativo dell’anno nel calendario rurale e si svolgeva di solito nel periodo che va tra fine Giugno e metà Luglio. Gran parte della stagione estiva veniva impegnata per la raccolta, trebbiatura e battitura del grano.
Per decenni nella civiltà contadina ha rappresentato un'operazione che coinvolgeva moltissima gente, e siccome le famiglie non erano così numerose da poter assolvere a tutto il lavoro, c’era in uso uno scambio di manovalanza tra una famiglia e l’altra.
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Alla mietitura partecipavano tutti - uomini, donne e bambini - e ognuno aveva una mansione ben precisa. Mia madre era la “cuciniera” e si spostava da un podere all’altro anticipando di un giorno la squadra dei macchinisti addetti alla cura della trebbiatrice, sempre di colore rosso.
...il grano doveva essere mietuto e questo era un compito gravoso che impegnava persone esperte nell’uso della falcinella...
Prima però il grano doveva essere mietuto a mano e questo era un compito gravoso che impegnava persone esperte nell’uso della falcinella, questo prima dell avvento delle falciatrici o mietitrebbiatrici.
Nelle dita della mano sinistra gli i mietitori mettevano degli anelli di allumino per proteggersi dalla falcinella sempre ben affilata con la cote, serbata in una guaina attaccata alla cintura dei pantaloni.
Gli uomini mettevano poi i mannelli di spighe sul terreno che poi venivano raccolte e assemblate dai ragazzi e legate per formare i covoni, poi messi in posizione verticale per facilitarne l’essiccazione.
I campi di grano dopo la mietitura con i covoni sparsi e messi ordinatamente sul terreno, davano un colpo d’occhio di meticolosa cura dei particolari.
Quando non c’era la trebbiatrice, il grano veniva battuto sull’aia... sopra venivano condotti I buoi bendati che con gli zoccoli separavano il grano dalla spiga... e gli uomini lo battevano con dei pali snodati, da qui il nome di battitura.
Quando non c’era la trebbiatrice, il grano veniva battuto sull’aia che era fatta con dei mattoni messi per coltello sul terreno, sulle spighe sparse, e sopra venivano condotti I buoi bendati che con gli zoccoli separavano il grano dalla spiga. Bendati perché se vedevano il terreno, invece di camminaci sopra si fermavano per mangiare. Anche gli uomini lo battevano con dei pali snodati, da qui il nome di battitura.
Con la trebbiatrice, il lavoro rimase sempre gravoso, ma abbisognava di meno manualità.
L’organizzazione comunque era sempre precisa ed i compiti rigorosamente suddivisi.
I covoni portati sull’aia erano posizionati a forma di barca, nell’immaginario comune era l’arca di Noe, e messi in modo tale da potere essere imboccati facilmente alla gola della macchina che poi lavorandolo divideva la paglia dalla pula e dal grano che veniva raccolto in sacchi.
Una volta pesati dal fattore insieme al vergaro capo, una parte veniva messa nella capanna adiacente ed era la parte destinata al padrone, l’altra portata nel sottotetto della casa colonica ed era quella spettante al contadino. Questa operazione richiedeva forza e fatica ed era fatta dai giovani più robusti, felici di mostrare la loro prestanza fisica, soprattutto alle ragazze impegnate nel sistemare la pula.
Il pagliaio che si costruiva intorno allo stollo ( metullo ) era sistemato da uomini e donne più grandi esperte e ……smaliziate.
E così tra una battuta e l'altra, tra una storiella e l’altra, intervallata da soste ristoratrici, si arrivava al pranzo di mezzogiorno, annunciato dal sibilo della sirena attivata con una manovella.
E qui entrava in scena mia madre che già dalla giornata precedente aveva improntato il menù a base di brodo, bollito misto, verdure cotte, Insalata di pomodori e cetrioli e crostata, il tutto annaffiato con vino bianco e rosso tenuti in fresco dentro un secchio legato con una carrucola dentro il pozzo. Il caffè si faceva dentro un tegame e poi veniva lasciato bollire con acqua e poi filtrato con dei panni di lino e servito con un po’ di anice.
Si mangiava seduti sul campo all'ombra delle querce dove sul prato era stato steso un lungo mantile
Si mangiava seduti sul campo all'ombra delle querce dove sul prato era stato steso un lungo mantile. Le donne si toglievano il fazzoletto che usavano per proteggersi dal sole e dalla polvere, gli uomini usavano la canottiera di lana che traspirava e soprattutto proteggeva dal caldo e non puzzava, usavano sciacquarsi nella abbeveratoio di fianco al pozzo prima di sedersi vicino al mantile.
Si mangiava in allegria raccontando aneddoti, barzellette e lanciando frecciatine all'indirizzo delle ragazze più belle, che recepivano senza mostrare il cor che batte, del curato e la perpetua che in effetti erano il padrone e la sua domestica o chi per lei. L’oca o l’anatra della battitura erano riservate al padrone, al fattore e al capo macchinista che mangiavano al tavolo apparecchiata a festa nella sala della casa colonica. Immancabili le tagliatelle tirate al matterello e la zuppa inglese come dolce accompagnato da un Vin Santo vecchio di qualche anno.
Finita la giornata, i contadini tornavano alle loro case, i macchinisti smontavano il tutto e si preparavano per la giornata successiva, nuovo podere e stessa festa, nuovi amori e.. qualche inciucio all’ombra dell’ombrellone, sopra o vicino ad un pagliaio sotto una pioggia incessante di paglia.
Ringraziamo per la gentile concessione delle immagini
Rievocazione Storica della Trebbiatura Corinaldo
caratteristica manifestazione che si tiene a Corinaldo ogni anno a metà Agosto.